lunedì 5 settembre 2011

Take a break - gestione di un infortunio

A volte durante la nostra pratica, quando crediamo di procedere sulla via corretta e siamo convinti di allenarci bene, di dedicare a noi il giusto tempo e il giusto spazio siamo costretti ad uno stop.

Gli infortuni e gli acciacchi fanno parte della vita di qualsiasi atleta. Ma nella maggior parte dei casi abbiamo la fortuna di poterci allenare lo stesso. Hai un problema ad una gamba? Lavoriamo su tronco e braccia. Hai un problema ad una spalla? Giù di squat e addominali.

Cosa succede quando il problema coinvolge il busto o la schiena? Cosa si può allenare se si fa fatica anche camminare?

E' importante approfittare di questi momenti di stop forzato e quasi totale perché sono ossigeno per la nostra pratica, spesso si tende a riempire ogni buco ed ogni momento con l'allenamento. Mi alleno quando lavoro, mi alleno quando studio, mi alleno quando dormo e mi alleno quando mi alleno. E' tutto troppo troppo pieno, troppo intenso al punto da non lasciare spazio a null'altro.


Come ci si comporta in questi casi?

FASE UNO dello stop forzato:

- Innanzi tutto occorre capire che la sfortuna non esiste. Ci facciamo male quando trascuriamo qualcosa, quando siamo distratti, quando forziamo troppo durante i nostri allenamenti o non diamo abbastanza tempo al nostro corpo di recuperare (magari da un vecchio infortunio), quando non facciamo abbastanza condizionamento ecc...
Siamo i soli artefici e responsabili di noi stessi, il che ci da una grande responsabilità e al tempo stesso l'opportunità di imparare a conoscerci e a gestirci.

- Non bisogna colpevolizzarsi. Farsi male (in assenza di incoscienza totale) è assolutamente normale, la malattia è normale, fa parte della vita e non va presa come una disgrazia. Succede a tutti almeno una volta nella vita di stare male fisicamente o mentalmente, ogni singolo essere umano su questo pianeta soffre. Accettiamo quello che ci è successo come qualcosa che è parte del nostro vivere senza attribuirgli una qualità di alcun tipo.

- Riflettere sul motivo per cui ci siamo fatti male. E' un aspetto fondamentale perchè ci aiuta a ricalibrare il nostro modo di approcciare l'allenamento e ci permette di affrontare meglio eventuali ricadute.

- Coltivare la propria mente ridando un equilibrio al "troppo pieno" senza affannarsi a riempire il tempo che dedicavamo all'allenamento con altro pieno. Lasciamoci dei vuoti per rifiatare, fare altro, occuparci di qualcosa di nuovo o che solitamente non facciamo.

- Evitare di sottovalutare o sopravvalutare l'infortunio. Prendere le cose per quel che sono. Non siamo degli eroi il cui valore è dimostrato dalle cicatrici.

- Se abbiamo bisogno di una spalla che ci sostenga non abbiate paura nel chiedere aiuto a qualcuno che possa capirvi: amici, compagni di allenamento, insegnanti, familiari. In molti casi fare 'quelli forti' è semplicemente stupido.


FASE 2: primi segnali di miglioramento e ritorno alla deambulazione

- Monitorare la propria situazione psicofisica durante tutto il periodo di convalescenza in modo da capire:
  1. cosa mi fa aumentare il dolore (movimenti, posizioni statiche particolari ecc...)
  2. cosa allevia il mio dolore
- Rivedere i propri obiettivi a medio e lungo termine (quel salto che voglio rompere, quell'aspetto in cui voglio migliorare) ricordando di non avere fretta e dare tempo al tempo. Nessuno ci insegue.

- Se siamo abbastanza consapevoli di quello che stiamo vivendo e se non ci disturba guardare altri praticanti che si allenano (molti infortunati soffrono nel vedere altri praticare)
possiamo 'studiare' alcuni video (meglio pochi ma bene piuttosto che 200000 visti di sfuggita una sola volta). In questo modo diamo tempo agli impulsi elettrici del nostro cervello di riabituarsi a lavorare in un certo modo e aiutiamo la nostra mente a pensare in ottica "traceur" [nei lunghi periodi di stop questa pratica è molto buona]


FASE 3 - ritorno graduale all'allenamento

- Lavorare tanto sulle basi (camminare, corsa lenta, equilibrio, brevi quadrupedie, semplici volteggi o scavalcamenti ecc) non avere fretta di tornare subito a fare grandi salti o ricominciare con 2km di quadrupedia. Non c'è nessun tempo da recuperare, non abbiate fretta.

- Lavoro funzionale in base all'infortunio subito

- Approfondire ulteriormente il monitoraggio delle proprie condizioni psico-fisiche durante tutto il periodo di ritorno ad un'ottimale stato di forma:
  1. cosa fa aumentare il dolore;
  2. cosa riesco a fare senza avere dolore;
  3. cosa non riesco a fare perchè ho dolore;
  4. cosa non riesco a fare perchè ho paura.Questo concetto è fondamentale. Capita quando torniamo ad allenarci dopo un infortunio di avere paura nel fare alcuni movimenti anche se semplici (non necessariamente gli stessi che hanno causato l'infortunio) senza capirne il perchè. All'inizio non c'è bisogno di capire il perchè di questa paura, seguite semplicemente il suggerimento del vostro corpo che vi sta dicendo "hey, è troppo presto, take it easy". Solo con il tempo e la confidenza necessaria la paura si affievolirà e potremo metterla da parte.

NB in questo breve post mi propongo di dare alcuni piccoli consigli basandomi esclusivamente sulla mia esperienza come praticante di Parkour. In caso di infortuni gravi o sospetti tali occorre SEMPRE affidarsi al parere di un medico specialista.

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